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Comunicato stampa 28/6/2016 sul Referendum abrogativo della legge regionale 15 aprile 2016, n. 5, relativa al servizio idrico integrato e al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani.

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Nella mattinata di oggi 28 giugno una folta rappresentanza dei comitati regionali e della società civile, qualificatasi quale soggetto promotore ai sensi della legge regionale 5/2003, ha depositato negli uffici di Presidenza di Piazza Oberdan la proposta di referendum abrogativo che prelude alla abrogazione  della vigente legge 5/2016.                 

L’istanza referendaria è stata sostenuta da 1336 sottoscrittori, a testimonianza di una partecipazione che è andata ben al di là dei 500 stabiliti dalle norme vigenti e, per di più, superando il minimo richiesto in ognuno dei cinque collegi elettorali regionali. Particolarmente sentita è stata la partecipazione delle comunità carniche che la legge contestata spinge ad un inevitabile declino e non di meno alla sottomissione ad un centralismo regionale che prelude alla perdita delle antiche virtù di efficienza e di responsabilità. Ma altrettanto vistosa è stata la partecipazione della Bassa, di Porpetto in particolare, insidiata dal tentativo di condizionare i pozzi artesiani ad uso privato, per poi sottometterla ad un servizio idrico integrato che allude ad una vera e propria privatizzazione dell’acqua.   

Il quesito referendario proposto non lascia dubbi di sorta sulla insoddisfazione di una popolazione tenuta all’oscuro di tutto e su di un iter approvativo che irridendo la partecipazione sancita dal dettato costituzionale è giunto al punto  di impedire l’audizione della società civile e persino dei sindaci che ne avevano fatta espressa richiesta.

Semplice ed immediato, dunque: Volete voi che sia abrogata la Legge regionale 15 aprile2016, n.5 “Organizzazione  delle funzioni relative al sevizio idrico integrato e al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani”?

Un quesito inteso a contestare tutto l’impianto della legge di cui si chiede l’abrogazione. Convinto che  l’acqua non sia una merce, bensì un bene comune e che tale debba rimanere, unitamente alle infrastrutture che ne consentono l’utilizzazione, il soggetto promotore si dice fermamente convinto che le risorse idriche debbano essere legate a pratiche  di democrazia locale, di sussidiarietà , di forte partecipazione e di coinvolgimento diretto delle Comunità e delle Amministrazioni locali. Contestando la deriva autoritaria e tecnocratica di un vertice regionale che allude all’efficienza per aprire la porta a gestori ricchi di risorse finanziarie e di sete di guadagni. I promotori puntano dunque all’affermazione di una autonomia consapevole e, in prospettiva, ad un modello collaudato e funzionale: lo stesso adottato nelle provincie autonome di Trento e Bolzano. L’iniziativa sarà illustrata in dettaglio nel corso della conferenza stampa che avrà luogo alle ore 11.00 del 4 luglio presso le sale del Palazzo Regionale  di Udine.                                     

 

Aldevis Tibaldi: portavoce                                                                                                                                                                    

Franceschino Barazzutti:  presidente
 


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